La febbre del sabato (sera)

Ma voi ve lo ricordate questo film?

Noi lo abbiamo rivisto ieri sera e ci siamo divertiti un sacco

SNF

La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever) è un film musicale del 1977 diretto dal regista John Badham, con John Travolta e Karen Lynn Gorney. Si sono avute versioni del film in teatro a Londra, Sydney e Broadway.

Il film è tratto da una pseudo inchiesta giornalistica di un quotidiano newyorkese sulla vita notturna delle comunità povere metropolitane, contrapponendosi alla vita mondana delle classi agiate di Manhattan, le serate fastose negli storici templi della disco music come lo Studio 54.

La trama tratta comunque tematiche serie, affrontando problemi giovanili tuttora attuali, come l’emigrazione, l’uso di stupefacenti nelle discoteche, il razzismo – che non risparmia i protagonisti italo-americani, marchiati con gli annosi luoghi comuni di accidia e sciatteria – e la violenza tra bande.

Sono consegnate alla storia del cinema le sequenze di ballo, arricchite dai successi degli anni settanta, tra cui spiccano le canzoni originali dei Bee Gees, che con la pellicola ritrovano una nuova stagione di gloria. Di un certo effetto sono alcune scene girate presso il ponte di Verrazzano.

Le riprese in discoteca furono effettuate in un vero club di New York, il 2001 Odyssey, tra luglio e agosto 1977.

Il film uscì nelle sale americane venerdì 16 dicembre 1977 e una settimana dopo la colonna sonora, balzò subito al primo posto delle classifiche discografiche. In Italia, il film uscì il 13 marzo del 1978[1]

John Travolta e l’etichetta discografica di Robert Stigwood RSO, bisseranno in pochi mesi il loro successo con il film e la colonna sonora di Grease.

Trama

Negli anni settanta, Tony Manero (John Travolta) è un ragazzo di origini italiane che vive a Brooklyn.

Personaggio di carattere ambiguo e superficiale, Tony lavora in un negozio di vernici, frequenta connazionali con cui compiere bravate, approfittare della loro amica ingenua Annette e accendere risse con bande rivali, ad esempio con dei portoricani che hanno picchiato un loro amico. L’unico vero talento di Tony è il ballo in discoteca, dove non conosce rivali e si guadagna il rispetto dai coetanei e l’ammirazione delle donne, anche se il suo interesse principale rimane il ballo e non il sesso.

Nella scuola di ballo che frequenta, Manero conosce Stephanie Mangano, anche lei italo-americana ma più matura e volitiva. Lei vive a Manhattan e si barcamena come giornalista. Nonostante le differenze di età e di carattere, i due si avvicinano e iniziano una frequentazione più o meno regolare per partecipare ad una gara di ballo della discoteca in cui Tony balla il sabato sera. Dopo varie vicissitudini, Stephanie e Tony si esibiranno nella memorabile scena sulle note di More than a woman dei Bee Gees, lui in completo bianco con pantaloni “a zampa di elefante” e camicia scura, e grazie alle simpatie del pubblico strapperanno la vittoria ad una assai più meritevole coppia portoricana.

Tony rifiuta il disonesto premio. Avendo capito che il suo fine è il cuore di Stephanie, glielo dimostra in modo assai brutale e lei scappa. Tony e gli amici, oramai ebbri, promuovono l’ennesima bravata sul Ponte da Verrazzano, facendo acrobazie tra cavi e piloni, ma a farne le spese è il giovanissimo Bobby C. (che cade in acqua e muore), apparentemente il più equilibrato ma emarginato per le sue origini portoricane, per il suo benessere economico e perché, nell’indifferenza generale, deve presto sposare la sua ragazza incinta. Il giovane non trova aiuto nemmeno in Frank, un religioso di scarsa convinzione, fratello di Tony.

La tragedia porta il protagonista a rivedere il suo atteggiamento superficiale verso la vita. Così Tony abbandona la combriccola e, dopo una notte passata in metropolitana, si reca a Manhattan e si scusa con Stephanie. Lei lo perdona e i due giurano di rimanere buoni amici.

Commento

Il titolo racconta la voglia di vivere e di evadere di una generazione americana segnata da un pessimismo che fa seguito agli eventi socio politici degli anni ‘Settanta: crisi economica, disavventura vietnamita, fine della corsa allo spazio e dei movimenti studenteschi. Eventi comunque sottostanti, senza che siano mai accennati nella pellicola.

Parallelamente La febbre del sabato sera esce in Italia nella primavera del 1978, un anno segnato dal terrorismo e da una generalizzata stanchezza giovanile dopo un decennio protestatario e politicizzato. Il film lancerà prepotentemente la moda duratura della disco music e del ballo in genere, dove le nuove generazioni vi trovano un nuovo e soprattutto pacifico spazio di aggregazione.

La cronaca di costume conierà il termine travoltismo che va a coincidere con il processo di reintegrazione che i sociologi indicherano come riflusso.

Non mancherà un indotto nel campo dell’abbigliamento, tra lo sportivo tennistico ed il casual – da citare il frivolo marchio Fiorucci – ed un incremento della domanda di apparecchi stereo hi-fi e di illuminazione cosiddetta psichedelica per l’allestimento di feste da ballo in casa.

Colonna sonora

Per approfondire, vedi Saturday Night Fever (colonna sonora).
  1. “Stayin’ Alive”, Bee Gees, durata 4’45”
  2. “How Deep Is Your Love”, Bee Gees, 4’05”
  3. “Night Fever”, Bee Gees, 3’33”
  4. “More Than a Woman”, Bee Gees, 3’17”
  5. “If I Can’t Have You”, Yvonne Elliman, 3’00”
  6. “Symphonie No 5” (originale di Beethoven), Walter Murphy, 3’03”
  7. “More Than a Woman”, Tavares, 3’17”
  8. “Manhattan Skyline”, David Shire, 4’44”
  9. “Calypso Breakdown”, Ralph MacDonald, 7’50” (*)
  10. “Night on Disco Mountain”, David Shire, 5’12”
  11. “Open Sesame”, Kool & the Gang, 4’01”
  12. “Jive Talkin'”, Bee Gees, 3’43” (*)
  13. “You Should Be Dancing”, Bee Gees, 4’14”
  14. “Boogie Shoes”, KC and the Sunshine Band, 2’17”
  15. “Salsation”, David Shire, 3’50”
  16. “K-Jee”, MFSB, 4’13”
  17. “Disco Inferno”, The Trammps, 10’51”

Fonte Wikipedia

 

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